I 1000(o)cchi – Festival internazionale del cinema e delle arti prende il via venerdì 12 settembre con la sua XIII edizione I misteri dell’organismo. L’inizio ufficiale della manifestazione è fissato per le 19.00 di venerdì 12, al Teatro Miela . Le proiezioni de I Mille Occhi cominciano sin dal mattino, alle ore 9.15, con la produzione Titanus Difendo il mio amore (1956) di Raffaello Matarazzo, un mélo girato tra Bergamo e Milano, sceneggiato conSuso Cecchi D’Amico e interpretato da Vittorio Gassman nel ruolo del villain (la cui regia, ufficialmente attribuita al futuro divulgatore scientifico Giulio Macchi, è oggi riconosciuta come matarazziana).
A seguire nella tarda mattina di venerdì, i primi titoli del percorso Massa e potere. La distanza del cinema dall’inutile strage, sugli echi nel cinema della Prima Guerra Mondiale: si potranno vedere il raro Le mani ignote (1913) di Enrique Santos, un mediometraggio giallo scritto da Mario Camerini e dall’amico Gentili (morto durante la Prima Guerra Mondiale), e tre corti bellici del pioniere milanese del muto Luca Comerio, autore di documentari non immuni all’influsso futurista (La vittoriosa battaglia per la conquista del Magreb in Africa [1912], La grande giornata storica italiana. 20 maggio 1915 [1915], sull’entrata in guerra dell’Italia, e Les annales de la guerre no. 8 [1916]).Alle ore 12 di venerdì sarà invece la volta di Trieste mia! (1952) di Mario Costa, dramma d’amore ambientato sul finire della Seconda Guerra Mondiale e interpretato dal cantanteLuciano Tajoli. Inizia con questo film il percorso del festival intitolato Ti ritroverò. Trieste cuore di tenebra, la rassegna sui film girati nel capoluogo giuliano negli anni conclusivi del Territorio libero di Trieste (1951-1954), in parte ripreso nel pomeriggio, quando verrà proposto un altro film Titanus, il poco conosciuto Ridi pagliaccio! (1941), con la triestinaLaura Solari (già ricordata nell’edizione 2013), Fosco Giachetti e Elli Parvo, un cupo melodramma d’ambiente circense ispirato all’opera I pagliacci di Leoncavallo. Subito dopo, il pomeriggio di venerdì sarà dedicato ad altri film girati nella Trieste negli anni ’40 e ’50, a partire dall’esposizione dell’album fotografico ritrovato di La statua vivente (1942) di Camillo Mastrocinque, presentato dal direttore del festival Sergio M. Germani e dal presidente della Cineteca del Friuli Livio Jacob. A metà pomeriggio, alla proiezione diClandestino a Trieste (1952) di Guido Salvini – dramma post-bellico scritto da Diego Fabbri e Turi Vasile – seguirà uno degli appuntamenti più attesi della giornata: la ricostruzione del perduto Ombre su Trieste (1952), unico lungometraggio TLT (Territorio Libero di Trieste) della storia del cinema, presentata dagli studiosi Simone Starace eMaurizio Radacich (che ne hanno ritrovato la sceneggiatura originale), e da due figure direttamente legate al film: Ketty Burba, che recita nel film dopo aver vinto il titolo di Miss Trieste ’51, e Gianna Zorini, figlia del produttore Giorgio. A chiudere le visioni pomeridiane, il primo appuntamento con il cinema d’arte di Raffaele Andreassi, in una personale curata da Fulvio Baglivi di Fuori Orario, con [La palla è rotonda] Il più bel gioco del mondo (1973), approfondita inchiesta sul calcio dove si incontrano i maggiori tecnici dell’epoca, come l’allenatore triestino Nereo Rocco e l’argentino Helenio Herrera.
L’omaggio ad Andreassi prosegue e si amplia nella sera di venerdì, alle ore 20.30, quando si potrà vedere il monumentale I lupi dentro (2000), lungo viaggio nell’arte naif e attorno al pittore Ligabue; il film, lungo 3 ore, sarà preceduto dallo stupefacente corto di 2′Demolishing and Building Up The Star Theatre (1902) di Frederick S. Armitage e seguito dalla versione di Addio giovinezza! (1940) di F. M. Poggioli, con Maria Denis e Clara Calamai.
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